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Oncologia del colon retto, fondamentale la prevenzione

In Italia, il tumore del colon-retto è la terza neoplasia fra gli uomini (12%), la seconda tra le donne (11,6%) preceduta solo dal cancro della mammella (30,3% di tutti i tumori femminili) ed è anche la seconda causa di morte fra i decessi oncologici (10,8%, preceduto solo dal cancro al polmone, 18,8%). A livello mondiale il quadro non cambia.

Il cancro colorettale si classifica al terzo posto (1,8 milioni di casi nel 2018 in entrambi i sessi) ed è al secondo posto in termini di mortalità  (880.000 decessi nel 2018). La buona notizia che emerge, analizzando il dato, è che un'ampia fetta di popolazione superiore al 50% riesce a sconfiggere il male e che corrette abitudini comportamentali sono fondamentali per la prevenzione e la cura di questa malattia.

Cancro colon retto, fattori di rischio

Il 90% dei pazienti affetti da questa patologia ha un'età  superiore ai 50 anni. Storia personale e familiare possono avere un impatto rilevante: le probabilità , infatti, aumentano se un tumore del colon-retto e/o polipi adenomatosi sono stati diagnosticati a parenti e membri della famiglia (fratelli e genitori). Per quanto concerne la storia del soggetto, la soglia d'allarme cresce se questi soffre di una malattia infiammatoria cronica intestinale (malattia di Crohn e/o retticolite ulcerosa).

Il consumo di alcol e il fumo, così come la scarsa attività fisica, il sovrappeso e l'obesità influiscono in maniera importante. Non da ultimo, l'alimentazione ha un peso notevole, sia nel predisporre alla possibile insorgenza del tumore, sia soprattutto come strumento di prevenzione. Un consumo eccessivo di carne rossa, insaccati, grassi, zuccheri raffinati e alcol. rappresenta un rischio elevato non solo per questa malattia ma per una moltitudine di patologie.

Per converso, una alimentazione ricca in verdura e frutta, carni bianche, carboidrati non grassi (legumi, pane integrale, cereali) e vitamina D (presente tra gli altri in ortaggi come cavoli e broccoli, nello yogurt, nei pesci come salmone, trota, sgombro e tonno) aiuta a diminuire la possibilità  di sviluppare un tumore colorettale.

Per riassumere, i fattori di rischio del cancro al colon retto:

  • Età  superiore a 50 anni
  • Storia personale e familiare
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali
  • Alcol
  • Fumo
  • Scarsa attività  fisica
  • Sovrappeso e obesità
  • Largo consumo di carne rossa, insaccati, grassi e zuccheri raffinati.

Cancro colon retto, sintomi

Purtroppo questa forma tumorale raramente presenta sintomi premonitori e, spesso, quei pochi segnali che si manifestano lasciano pensare a fastidi di tipo intestinale o addominale.

Per questa ragione è necessario non trascurare piccoli problemi, anche saltuari, e segnalarli subito al medico: perdita di sangue nelle feci, calo di peso, anemia, scarso appetito, stanchezza, dolori addominali, diarree frequenti che si alternano a stitichezza.

Cancro colon retto, prevenzione

Le cautele, per tutte le forme di tumore, partono anche e soprattutto dallo stile di vita: dieta sana ed equilibrata, moderato consumo di alcolici, niente fumo sono tre parametri da tenere sempre in evidenza. Ai buoni comportamenti si aggiungono i controlli medici e gli screening sanitari, tra cui quello oncologico relativo alla ricerca del sangue occulto nelle feci, consigliato in particolare ai pazienti tra i 45 e gli 80 anni. Se il responso è positivo è opportuno fare una colonscopia.

Cancro colon retto, diagnosi

Esami specifici consentono di agire con tempestività . La palpazione dell'addome è un primo, efficace controllo per verificare la presenza di masse nell'intestino (l'intestino crasso comprende il colon destro e sinistro ascendente e discendente il sigma e retto), nel fegato e nei linfonodi così come l'esplorazione manuale rettale ultimo tratto dell'intestino è di aiuto nello stilare la diagnosi. Con la colonscopia lo specialista può vedere, attraverso la sonda endoscopica, fino all'ultimo tratto dell'intestino tenue mentre la rettosigmoidoscopia indaga il retto e la parte conclusiva del colon (sigma). Durante la colonscopia, utilizzando idonei strumenti, è possibile eseguire biopsie e asportare polipi. La colonscopia può essere anche non invasiva: in questo caso si parla di colonscopia "virtuale".

Si tratta di una TC (tomografia computerizzata) che consente di ricavare immagini tridimensionali dall'intestino, anche se questo esame ha un margine di efficacia più limitato rispetto alla procedura tradizionale. La colonscopia è controindicata solo in pochi casi: quando il soggetto soffre di diverticolite acuta, in caso di perforazione intestinale, chi ha subito in tempi recenti una operazione all'addome. Per valutare grandezza ed estensione di una neoplasia si procede con l'ecoendoscopia ano-rettale e con la risonanza magnetica dell'addome, poi si prosegue con esami ematochimici e la ricerca del marcatore CEA (antigene carcino-embrionario).

Cancro colon retto, chirurgia

Chemio e radio-terapia svolgono un ruolo centrale sia nel tumore operabile sia in quello in fase avanzata. Prima dell'intervento sono di supporto per ridurre la dimensione della neoplasia, dopo aiutano a prevenire il rischio di recidive. Ad esse si affianca la terapia medica, che fa uso anche di farmaci biologici, da modulare in base al profilo molecolare del cancro.

Riguardo all'operazione chirurgica, varia in base alla sede e alla grandezza del tumore. Si potrà  quindi procedere con un intervento di natura conservativa nel migliore dei casi, altrimenti il chirurgo opterà per una distruzione parziale o con la completa asportazione del tratto coinvolto (retto o colon).
L'intervento per asportare il tratto sede della malattia può essere eseguito mediante una colectomia aperta (laparotomia, pratica ormai residuale) o laparoscopica.

La tecnica laparoscopica è largamente utilizzata e si lascia preferire per una serie di vantaggi: validità  in termini di risposta chirurgica, miglior recupero postoperatorio, degenza più breve, minori dolori e riduzione delle possibili complicanze.

La colectomia può essere parziale o totale. In quest'ultimo caso invece che una parte si asporta l'intero colon e successivamente si fa l'anastomosi (collegamento) tra l'intestino tenue e il retto.

Si parla di emicolectomia destra o sinistra quando ad essere asportato è il colon ascendente (destro) o discendente (sinistro) mentre la colectomia segmentaria del traverso comporta la asportazione del colon e del segmento traverso.
Per sigmoidectomia si intende la rimozione dell'ultima parte del colon collegata al retto. La resezione anteriore del retto consiste in una asportazione parziale mentre quella segmentaria si riferisce alla rimozione di una piccola parte di colon.
La proctocolectomia totale prevede l'asportazione del retto e del colon. Per i tumori del retto che non possono essere rimossi attraverso l'endoscopia si ricorre alla Tamis Transanal Minimally Invasive Surgery utile per l'asportazione di neoplasie benigne o maligne in stadio iniziale.

L'approccio multidisciplinare fra le varie parti chiamate a intervenire in simili patologie oncologi, chirurghi, radioterapisti e anche psicologi assume un'importanza essenziale. Non è mai troppo sottolineare il ruolo basilare della prevenzione, il fattore tempo nelle malattie tumorali è una leva da azionare senza esitazione.

Contattaci per una visita:
dott. Mattia Pizzi
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